Quando si parla di pompe di calore, si parla spesso di efficienza, consumi e sostenibilità. Ma c’è un elemento fondamentale, e spesso sottovalutato, che incide su tutte queste dimensioni: il fluido refrigerante.
Si tratta del "cuore invisibile" del sistema. Il fluido refrigerante è responsabile dello scambio termico che permette alla pompa di calore di funzionare. In pratica, è ciò che consente alla macchina di trasferire calore da una sorgente a bassa temperatura a un ambiente da riscaldare, o viceversa.
La scelta del refrigerante oggi non è solo una questione tecnica. Riguarda anche l’impatto ambientale, la sicurezza, e soprattutto la conformità alle normative europee sempre più stringenti.
In questo articolo facciamo chiarezza sulle tipologie più comuni, sulle innovazioni in corso e sui criteri da considerare per scegliere la soluzione più adatta.
Un fluido refrigerante è una sostanza, spesso in forma liquida o gassosa, che permette il trasferimento di calore all’interno di una pompa di calore. Lo fa sfruttando un principio fisico ben preciso: il cambio di stato, cioè il passaggio da liquido a gas e viceversa, attraverso i processi di evaporazione e condensazione.
Durante il ciclo termodinamico della pompa di calore, il fluido assorbe calore da una fonte (aria, acqua, suolo) quando evapora, e lo cede all’ambiente da riscaldare quando condensa. Questo processo avviene in modo continuo, all’interno di un circuito chiuso.
Esistono diversi tipi di refrigeranti, utilizzati in base al tipo di impianto e all’applicazione: climatizzazione domestica, riscaldamento di edifici, refrigerazione industriale. Ogni fluido ha caratteristiche diverse in termini di efficienza, impatto ambientale e sicurezza.
Nel mercato attuale delle pompe di calore, i refrigeranti più utilizzati sono di tipo sintetico. Vediamo i più diffusi:
Tra i refrigeranti naturali, merita una menzione il propano (R290). È un gas molto efficiente e ha un GWP praticamente nullo, la sua infiammabilità però lo rende critico da utilizzare in alcuni contesti come quello domestico.
Le miscele di refrigeranti, come R410A o R454B, nascono dall’unione di gas con GWP diversi per creare un bilanciamento tra prestazioni e impatto ambientale. L’obiettivo è mantenere una buona efficienza riducendo le emissioni climalteranti.
È importante sottolineare però che queste miscele non sono esenti da criticità.
Un problema tecnico rilevante è il rischio di evaporazione frazionata: durante il funzionamento, i componenti della miscela possono evaporare in tempi diversi, alterando le prestazioni del sistema.
Inoltre, questi refrigeranti richiedono particolare attenzione nella manutenzione e sono più complessi da recuperare e smaltire rispetto ai fluidi puri. Il tecnico deve utilizzare strumentazione specifica e garantire un trattamento adeguato al termine del ciclo di vita del prodotto.
Negli ultimi anni, il tema dell’impatto ambientale si sta ponendo sempre più al centro del dibattito normativo europeo. Oltre al già citato GWP, si è acceso un faro sugli PFAS (sostanze perfluoroalchiliche).
Gli PFAS sono composti chimici persistenti, che possono derivare dalla decomposizione di alcuni refrigeranti sintetici. Sono difficili da degradare, si accumulano nell’ambiente e sono collegati a potenziali rischi per la salute umana.
L’Unione Europea ha già avviato un processo normativo per limitarne l’utilizzo. Anche se il bando totale è stato temporaneamente rinviato, è chiaro che il futuro andrà verso una progressiva eliminazione dei refrigeranti che generano PFAS.
L’ammoniaca è un refrigerante naturale che presenta numerosi vantaggi tecnici e ambientali:
Non si tratta di una novità: l’ammoniaca viene usata da decenni nella refrigerazione industriale. Oggi viene rivalutata anche in ambito civile e terziario, grazie alla crescente attenzione per l’ambiente e alle evoluzioni tecnologiche che ne permettono un uso sicuro.
Robur ha scelto di utilizzare ammoniaca in abbinamento all’acqua nei propri sistemi ad assorbimento a gas perché consente di ottimizzare il rendimento stagionale, riducendo l’impatto climatico e superando i limiti applicativi del fluido puro.
Scegliere un fluido refrigerante non è mai una decisione banale o da prendere a cuor leggero. Oggi più che mai, questa scelta incide su efficienza energetica, impatto ambientale, sicurezza e sostenibilità a lungo termine.
Le miscele di refrigeranti sintetici offrono soluzioni transitorie, ma presentano rischi tecnici e ambientali crescenti. Gli PFAS rappresentano una sfida urgente per l’intero settore HVAC, destinata a modificare il mercato in modo profondo ed è pertanto necessario fare scelte consapevoli e ben ragionate.
L’ammoniaca rappresenta una soluzione concreta e stabile, già oggi disponibile grazie a tecnologie affidabili e collaudate. Con una pompa di calore Robur, puoi contare su una scelta a zero impatto climatico, performante e in linea con le esigenze del futuro.