Parlare di solare termico per riscaldamento oggi significa affrontare un tema tecnico tanto affascinante quanto pieno di miti e aspettative non sempre fondate.
Se sei un progettista, un installatore o semplicemente un utente alla ricerca della soluzione più efficiente e davvero sostenibile per il tuo progetto, in questa guida troverai un’analisi approfondita: dal funzionamento e i limiti reali del solare termico tradizionale alle ragioni per cui la vera evoluzione è rappresentata da altre tecnologie.
Partiamo dalle basi: cos’è e come funziona un impianto solare termico? Si tratta di un impianto progettato per produrre acqua calda sanitaria (ACS) sfruttando l’energia solare.
Il principio di funzionamento è molto semplice quanto efficace: il sole scalda una superficie assorbente (il pannello solare), all’interno della quale corre una serpentina piena di fluido termovettore (acqua o miscela antigelo).
Il calore assorbito viene trasferito tramite il circolatore al serbatoio di accumulo situato dentro l’edificio, permettendo di stoccare il calore durante le ore di sole e utilizzarlo quando serve.
L’impianto può essere realizzato con due diverse tipologie di pannelli. I pannelli piani sono la tipologia più classica, mentre quelli sottovuoto caratterizzano i solari termici più sofisticati. Vediamo nel dettaglio le loro caratteristiche:
Oltre agli impianti costituiti da pannelli, esistono sistemi a circolazione naturale (il fluido caldo sale naturalmente verso il serbatoio senza pompa) e sistemi a circolazione forzata (pompa + centralina elettronica per impianti più complessi e capienti).
Spesso nel linguaggio comune si fa confusione tra impianto solare termico e fotovoltaico, ma la differenza sta proprio nel modo in cui viene impiegata l’energia solare:
Fare questa differenza è importante perché la progettazione corretta di un impianto efficiente passa dalla consapevolezza di ciò che realmente serve al tuo edificio: calore diretto per consumi istantanei (ACS), oppure energia elettrica per alimentare pompe di calore e altri dispositivi in modo flessibile tutto l’anno.
Entriamo nel vivo della questione. Da tempo il solare termico per riscaldamento viene spesso presentato come soluzione ideale, ma la realtà tecnica racconta tutt’altro. Vediamo i limiti principali che questa tecnologia pone:
Se produci calore ma non lo utilizzi (ad esempio nei mesi caldi, quando il bisogno di ACS cala), l’impianto va in stagnazione: il fluido raggiunge temperature molto alte, stressa i materiali e riduce la vita utile dei componenti.
Il calore in eccesso non viene sfruttato e la resa complessiva dell’investimento si abbassa.
I pannelli, soprattutto se installati in zone fredde, sono esposti al rischio congelamento.
L’unica soluzione pratica è aggiungere antigelo (glicole), ma ciò comporta una gestione più complessa e presenze di agenti chimici nell’impianto.
Se la serpentina sul tetto perde, il fluido antigelo (spesso tossico) può mescolarsi all’acqua sanitaria. Un rischio da non sottovalutare, soprattutto negli edifici pubblici o dove sono richiesti elevati standard di salubrità.
L’impianto non viene “installato e dimenticato” come spesso si pensa: va pulito, controllato regolarmente, e necessita di ricambi (fluidi, valvole, circolatori).
Il solare termico funziona solo quando c’è il sole: in presenza di maltempo o nella stagione fredda, la resa si riduce drasticamente e non può garantire continuità.
Il solare termico tradizionale è ormai spesso sostituito dal fotovoltaico, soprattutto dove si vogliono massimizzare rendimento energetico e possibilità di integrazione con pompe di calore.
La domanda più diffusa tra utenti e perfino tra i tecnici meno aggiornati: il solare termico funziona in inverno?
La risposta, onestamente, è NO (o meglio: pochissimo).
Nei mesi invernali l’irraggiamento è basso, soprattutto alle nostre latitudini.
I pannelli solari non producono abbastanza energia per coprire il fabbisogno di riscaldamento di un edificio o anche solo di una famiglia.
Per questo, i sistemi non vengono MAI progettati per coprire il riscaldamento invernale tramite solo solare termico: lo si affianca, al più, ad altre fonti energetiche.
Chi promette la soluzione “solo solare termico per il riscaldamento”, infatti, rischia di deludere le aspettative dei clienti e di causare inefficienze in bolletta.
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Proprio dai limiti del solare termico per riscaldamento nasce l’esigenza di sistemi davvero evoluti, in grado di adattarsi alle reali necessità di comfort e di energia nel corso dell’anno.
La soluzione ibrida intelligente, capace di massimizzare i benefici delle fonti rinnovabili senza subirne i limiti stagionali è Robur Hybrid – Dual Energy Heat Pump System, una risposta concreta che unisce una pompa di calore a gas ad assorbimento con una pompa di calore elettrica, integrando, con la possibilità di integrare dove presente, anche il contributo del solare termico e/o fotovoltaico.
Un sistema di controllo evoluto sceglie sempre in automatico la fonte energetica più conveniente in base alle condizioni interne, alle temperature esterne e alla disponibilità di energia solare.
In inverno, ad esempio, quando il solare termico è poco efficace, il sistema attinge prioritariamente alla pompa di calore a gas (ottimale anche con basse temperature esterne); nelle mezze stagioni o con buona insolazione, sfrutta la pompa elettrica e il calore solare per minimizzare i consumi.
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