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Migliorare la classe energetica dell’edificio: quale pompa di calore?

Migliorare la classe energetica dell’edificio: quale pompa di calore?

Nella scelta dell'impianto di generazione del calore si deve tener conto di diversi fattori, non solo del costo di acquisto iniziale: infatti anche per tecnologie con performance paragonabili, i costi di esercizio variano anche di molto.

Pochi giorni fa, parlando con un progettista, questi mi chiedeva: ma perché devo mettere una pompa di calore ad assorbimento a gas quando basta mettere una pompa di calore elettrica per ottenere il passaggio in classe A?

E’ una domanda che merita un approfondimento.

Il mercato degli immobili ora richiede sempre più spesso edifici caratterizzati da basso consumo energetico.

Per raggiungere questo obiettivo un costruttore edile, un progettista, o l’utente finale, hanno diverse strategie a disposizione:

  • si può intervenire sull'involucro;
  • sull'impianto di distribuzione;
  • o sull'impianto di generazione.

Ciascuno di questi tre interventi (che non sono mutuamente esclusivi) ha dei costi caratteristici, che sono normalmente elevati per gli interventi sull'involucro, minori per quelli sulla distribuzione e normalmente piuttosto ridotti per gli interventi sul sistema di generazione.

Quindi per andare in classe energetica A la strada più semplice e meno costosa sembra quella di intervenire sul sistema di generazione.

Ma quale è la tecnologia migliore per coniugare risparmio nell'investimento senza andare a discapito dei costi di esercizio?

Nel caso della pompa di calore elettrica potrebbe essere necessario isolare maggiormente l’edificio, e realizzare dei sistemi di distribuzione radianti (cosa possibile ovviamente solo negli impianti nuovi...) perché le pompe di calore elettriche hanno generalmente dei limiti sulla temperatura di mandata all'impianto che le rendono inadatte a lavorare con i classici termosifoni, che per contro hanno un costo di installazione inferiore.

La pompa di calore elettrica richiede disponibilità di elevata potenza elettrica e questo, come ormai sappiamo, comporta dei costi sia fissi (allacciamento e impianti) che variabili (costo kWh consumato) più elevati.

Ciò porta ad avere un impianto forse più economico nell'acquisto, ma più oneroso nei costi di gestione rispetto ad una pompa di calore ad assorbimento a gas metano. E gli utenti più attenti richiedono una simulazione dei costi di esercizio degli impianti prima di procedere all'acquisto dell’immobile.

Con la pompa di calore ad assorbimento a gas si possono realizzare sistemi di riscaldamento anche a temperature medio-alte (fino a 65°C, più che idonei per i termosifoni moderni), sfruttando energia rinnovabile a fronte di rendimenti particolarmente elevati, senza nessun aumento della potenza e del consumo elettrico.

In questo modo il costruttore edile può ridurre i suoi costi di costruzione (isolamento inferiore a parità di classe energetica, possibilità di sfruttare terminali di emissione diversi dai pannelli radianti e così via) e l’utente sarà a sua volta gratificato da costi di esercizio assolutamente interessanti.

Mi sento quindi di rispondere in questo modo al nostro progettista termotecnico e al suo impresario: non guardiamo al vantaggio di uno solo degli interlocutori, ma grazie alle pompe di calore ad assorbimento a gas possiamo soddisfare tutti gli utenti e fornire un servizio eccellente, difendendo al contempo l’ambiente.

Più di così!!!

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