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Conto Termico: incentivo alternativo dopo lo stop al Superbonus

Conto Termico: incentivo alternativo dopo lo stop al Superbonus

Il Superbonus 110% è definitivamente archiviato: torna in auge il Conto Termico 2.0 a cui possono accedere cittadini privati, imprese o enti pubblici che realizzano interventi per l’incremento dell’efficienza energetica di un edificio.

Il Superbonus (comunemente chiamato “Bonus 110%”) è certamente la formula di incentivo per l’efficientamento e il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici più celebre e discussa degli ultimi anni.

Dalla sua nascita, avvenuta nel 2020, nel corso dei mesi si sono succeduti vari provvedimenti che hanno via via modificato regole e caratteristiche della platea di utenti che poteva accedere a questo bonus (in questo articolo) avevamo riassunto le principali novità in merito), ma oggi la storia di questo incentivo sembra essere arrivata al suo capolinea: salvo colpi di scena dell’ultimo minuto – che però appaiono sempre più improbabili – il Superbonus 110% è definitivamente archiviato.

Esistono, però, altri tipi di bonus che permettono di risparmiare sull’intervento di sostituzione di un sistema di riscaldamento già esistente e che favoriscono coloro che intendono dotarsi di impianti efficienti, in grado di contrastare l’aumento delle bollette energetiche e di consumare meno, nel rispetto di quanto previsto dal Green Deal europeo e in un’ottica di reale transizione energetica. Tra questi bonus, particolarmente rilevante è il Conto Termico 2.0 GSE, un incentivo che si rivela molto vantaggioso nel caso di installazione di impianti che sfruttano energie rinnovabili e integrano tecnologie ad alta efficienza energetica, come le pompe di calore a gas Robur.

Conto Termico 2.0: a chi è dedicato e quando si può richiedere l’incentivo

Il Conto Termico è un incentivo – erogato dal GSE (Gestore Servizi Energetici) sottoforma di contributo economico a fondo perduto – a cui possono accedere cittadini privati, imprese o enti pubblici che realizzano interventi per l’incremento dell’efficienza energetica di un edificio, o che si dotano di sistemi per la produzione di energia termica proveniente da fonti rinnovabili, in sostituzione di impianti esistenti.

L’obiettivo dell’incentivo è quindi duplice: da un lato ridurre le emissioni climalteranti e i costi energetici per i cittadini e le Pubbliche Amministrazioni, incentivando interventi strutturali che permettono di ridurre i consumi e rendere gli edifici più efficienti, dall’altro favorire la transizione energetica, promuovendo l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile. Oggetto di questo incentivo sono gli edifici già esistenti, quindi lo si può richiedere solo in caso di interventi di retrofit, e non per l’acquisto di impianti da installare in nuove costruzioni.

Gli interventi che permettono di usufruire del Conto Termico sono diversi, e danno diritto a una quota di incentivo variabile tra il 40 e il 65% della spesa sostenuta. Tra essi possiamo citare:

  • interventi per l’isolamento termico di pareti e coperture o per la sostituzione di infissi: incentivo fino al 40%;
  • sostituzione di caldaie tradizionali con caldaie a condensazione: incentivo fino al 40%;
  • demolizione e ricostruzione di edifici a energia quasi zero (nZEB – nearly Zero Buildings): incentivo fino al 65%;
  • sostituzione di impianti di riscaldamento tradizionali con pompe di calore, caldaie a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore, impianti solari termici: incentivo fino al 65%.

Non va dimenticato che alcuni interventi danno diritto a percentuali di bonus maggiori nel caso in cui gli edifici si trovino in zone climatiche particolarmente fredde, o se vengono svolti in combinazione tra loro. Se, ad esempio, in un edificio che si trova in zona climatica E o F vengono installati una pompa di calore o un impianto solare termico e, nell’ambito dello stesso intervento, si sostituiscono anche gli infissi, la percentuale di bonus per questo secondo intervento può salire fino al 55%.

Perché il Conto Termico conviene

Il Conto Termico è una soluzione particolarmente vantaggiosa per chi sceglie di sostituire il suo impianto di riscaldamento, specie nel caso in cui l’intervento preveda l’installazione di sistemi tecnologicamente evoluti. Per sapere se il Conto Termico è l’incentivo più conveniente in relazione al proprio particolare edificio e alla specifica tipologia di intervento effettuata è necessario calcolare in modo preciso l’incentivo economico a cui si avrà diritto, che varia a seconda di una pluralità di fattori, tra cui la zona climatica in cui è collocato l’edificio, la potenza termica nominale erogata dall’impianto e la sua efficienza energetica. Una valutazione di questo tipo richiede l’intervento di un tecnico specializzato, ma a questo link è possibile trovare alcune utili indicazioni in merito al bonus erogabile in caso di installazione di pompe di calore a gas ROBUR.

Il Conto Termico, in ogni caso, garantisce sempre alcuni particolari vantaggi:

  • viene erogato in forma di bonifico bancario, non di detrazione: a differenza di altri bonus, che danno diritto a una detrazione Irpef o IRES di cui è possibile godere per 10 anni, il Conto Termico garantisce un vero e proprio rimborso economico. Questo aspetto rende del tutto ininfluente la capienza fiscale del beneficiario;
  • i tempi di erogazione sono ridotti: nel caso in cui il bonus da erogare sia inferiore ai 5.000 €, la cifra viene versata da GSE in un’unica soluzione; in caso di cifre più elevate l’erogazione del bonus avviene in due o – termine massimo – cinque rate annuali;
  • è possibile cumularlo con eventuali altri incentivi non statali;
  • le spese per le certificazioni energetiche necessarie per ottenere il bonus vengono anch’esse rimborsate: per accedere al Conto Termico è necessario, in alcuni casi, presentare una Diagnosi Energetica ante-operam e un Attestato di Prestazione Energetica post-operam. Le spese sostenute per ottenere questi documenti vengono rimborsate al 50% se il bonus è richiesto da un privato, al 100% se il beneficiario è una Pubblica Amministrazione.

È infine da sottolineare che le risorse messe a disposizione dal Ministero dell’Ambiente (MASE) per finanziare questo meccanismo di incentivazione sono notevoli: dal 2023 sono a disposizione annualmente 500 milioni di euro per gli interventi effettuati da privati e 400 milioni di euro per gli interventi della PP.AA. Considerando che ad oggi sono impegnati meno di 400 milioni complessivi, non vi è alcun pericolo che non ci siano risorse per coprire le prossime domande di incentivo.

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