Skip to content
Contattaci
Assistenza
Documenti
Il primo passo verso la decarbonizzazione è l'adozione di una pompa di calore

Il primo passo verso la decarbonizzazione è l'adozione di una pompa di calore

La sfida della decarbonizzazione va affrontata su più fronti: il primo passo è l'adozione di una pompa di calore che permette di ridurre fin da subito le emissioni di anidride carbonica (e, contemporaneamente, di risparmiare). Decarbonizzare non vuol dire utilizzare solo elettricità: ancora per molti anni il gas fossile sarà insostituibile anche se si affacciano con sempre maggior frequenza sullo scenario energetico mondiale anche i gas verdi rinnovabili.

Tra le azioni da mettere in campo per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e centrare l’obiettivo di trasformare l’Europa nel primo continente a emissioni zero entro il 2050, quelle che riguardano il mondo dell’energia svolgono un ruolo assolutamente centrale. Le scelte in campo energetico, infatti, influenzano a cascata tutti i settori, dal mondo dell’edilizia a quello dell’industria a quello dei trasporti, e investire in tecnologie in grado di ridurre i consumi energetici e favorire la decarbonizzazione è essenziale per conseguire il duplice obiettivo di salvaguardare il pianeta e risparmiare risorse.

La tecnologia delle pompe di calore: tra risparmio energetico e riduzione delle emissioni

Nell’ambito del riscaldamento e raffrescamento domestico e della produzione di acqua calda sanitaria, le pompe di calore – siano esse elettriche o a gas – rappresentano una soluzione concreta in grado di limitare in modo considerevole i consumi energetici e le emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

La tecnologia della pompa di calore, infatti, permette di raggiungere efficienze di produzione di energia termica che superano di molto il 100%, e di farlo sfruttando fonti energetiche rinnovabili come l’aria, l’acqua o il calore del suolo. L’utilizzo di energia rinnovabile combinata con gas metano (energia sottoforma di calore che viene sfruttata nelle pompe di calore ad assorbimento a metano GAHP di Robur) permette, ad esempio, di raggiungere un’efficienza fino al 174%. In questo modo la quantità di energia necessaria per il funzionamento dell’impianto risulta drasticamente ridotta, e ciò comporta un significativo risparmio di denaro e un’importante riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.

Il Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (DE.S.TE.C.) dell’Università di Pisa ha condotto uno studio comparativo per valutare le performance di caldaie tradizionali, caldaie a condensazione, pompe di calore e sistemi ibridi in varie tipologie di edifici residenziali e in diverse zone climatiche.

Scarica il documento

L’efficacia della tecnologia delle pompe di calore è dimostrata anche dalla loro sempre maggiore diffusione: il report 2022 di EHPA (European Heat Pump Association) evidenzia infatti che nel 2022 in Europa è stato installato il 33,8% di pompe di calore in più rispetto all’anno precedente, percentuale che sale addirittura al 63,2% in Italia.

Questo aumento della fiducia da parte dei consumatori è dettato da un lato dalla sempre maggiore attenzione per le tematiche ambientali, e quindi dalla volontà di dotarsi di strumenti che permettano di risparmiare realmente energia e risorse, dall’altro dal continuo miglioramento delle tecnologie, che permettono oggi a una pompa di calore ad assorbimento di operare in modo efficiente e garantire alti rendimenti anche in contesti climatici rigidi.

Decarbonizzazione e utilizzo del gas: sfide e prospettive

Quando si parla di risparmio energetico e di decarbonizzazione, spesso si fa riferimento alla necessità di procedere in direzione di un sempre minor consumo di energia proveniente da fonti non rinnovabili preferendo piuttosto l’utilizzo di fonti rinnovabili o energia elettrica. Ridurre il consumo di combustibili fossili è certamente fondamentale in ottica di una reale decarbonizzazione e di una riduzione dell’impatto delle attività umane sul pianeta, ma è un errore pensare che la soluzione del problema energetico possa passare dalla sostituzione di tutti gli impianti alimentati a gas con impianti alimentati elettricamente.

Non bisogna infatti dimenticare che una quota considerevole dell’energia elettrica che viene consumata in tutto il mondo è prodotta proprio a partire dal gas. Per verificarlo è possibile fare riferimento ad alcuni utili strumenti che monitorano in tempo reale il consumo elettrico e le emissioni di anidride carbonica, come l’app electricitymaps. Consultando la mappa si nota che, in Italia, una percentuale di energia elettrica variabile tra il 40 e il 60% (la quota si modifica nei mesi a seconda delle diverse condizioni climatiche esterne) viene prodotta proprio utilizzando il gas, e in altri Paesi europei le percentuali sono ancora più significative.

In questo scenario, è evidente che sostituire gli impianti a gas con impianti elettrici non permette di ottenere i risultati sperati in termini di effettiva decarbonizzazione.

Per agire in questa direzione è necessario lavorare su più fronti, impegnandosi per:

  • aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili all’interno del mix energetico europeo;
  • ridurre i consumi dei combustibili fossili;
  • sviluppare strumenti e macchinari sempre più efficienti dal punto di vista energetico, in grado di catturare energia rinnovabile dall’ambiente utilizzando al meglio l’energia di alimentazione.

In questo modo sarà possibile rendere le nostre case e le nostre industrie sempre meno impattanti a livello ambientale, alimentandole – laddove possibile – con energie rinnovabili e sfruttando al massimo i combustibili fossili che, al momento, non possono ancora essere sostituiti del tutto da alternative green.

L’utilizzo dei green gas nel mix energetico europeo

Non bisogna dimenticare, infine, che le fonti rinnovabili non sono l’unico strumento a nostra disposizione per agire in direzione della decarbonizzazione. Esistono, infatti, anche varie tipologie di gas decarbonizzati (come il biogas, il biometano, o l’idrogeno verde il cui consumo non produce CO2).

Queste tipologie di combustibili, su cui si sta puntando in maniera sempre più decisa a livello europeo, in prospettiva potranno rendere le pompe di calore ancora meno impattanti dal punto vista ambientale. Una pompa di calore alimentata, ad esempio, con energie rinnovabili e idrogeno verde (un gas ottenuto tramite un processo non inquinante come l’elettrolisi dell’acqua, la cui combustione non produce anidride carbonica) potrà garantire il riscaldamento invernale, il raffrescamento estivo e la produzione di acqua calda sanitaria sfruttando unicamente fonti green e rinnovabili, e portando a zero l’emissione di CO2 in atmosfera.

Questo scenario non è ancora realtà, ma potrebbe diventarlo molto presto: anche per questo le pompe di calore costituiscono un importante alleato per la decarbonizzazione, dal momento che se oggi assicurano il miglior sfruttamento possibile dei combustibili fossili, domani potranno costituire un’alternativa completamente green ai tradizionali sistemi di riscaldamento.

Chiedi o commenta